Corriere Fiorentino, 22 febbraio 2013
Una donna uccide il marito per non dover più sopportare tradimenti e ipocrisie. È l’inizio di È stato così, il testo di Natalia Ginzburg che torna in scena grazie a Sabrina Impacciatore diretta da Valerio Binasco. Un successo già acclamato per l’Italia e da poco tornato in Toscana che sarà alla Città del Teatro di Cascina sabato (ore 21) preceduto da un incontro con l’attrice (ore 17.30). «Ho perso cinque chili da quando ho iniziato questo lavoro — spiega la Impacciatore — è una storia senza scampo, un viaggio senza ritorno, ma è anche un modo potente per esorcizzare le nostre paure». Scritto nel 1947, fu il secondo romanzo della Ginzburg, il primo che firmò col suo nome. Aveva da poco perso il marito, Leone, morto a seguito delle torture dei soldati tedeschi nel carcere di Regina Coeli.
«È stato così racconta la via crucis di una ragazza che sognava l’uomo ideale ma s’innamora del primo che la guarda — continua l’attrice — lo sposa ed entra in un inferno quotidiano. Lui è in fuga perenne: non la ama, la tradisce e vorrebbe costringerla a vivere nella menzogna. Impossibile per un’idealista in cerca dell’assoluto e della verità». Se molte cose sono state fatte in oltre mezzo secolo per migliorare la situazione della donna, il testo «è tragicamente attuale: c’è stata un’evoluzione ma qui si parla di dinamiche d’amore, che non cambiano col mutare del contesto. Questa è una storia di dipendenza affettiva, che non è diversa da quelle che vivono ancora oggi alcune mie amiche».
Partendo dal romanzo, Binasco ha curato l’adattamento del testo e ha concepito l’allestimento. «Ha usato solo parole della Ginzburg ma ha eliminato tutti i riferimenti al contesto storico. Io sono ancorata a una sedia, perché questa donna ha perso tutto e non le resta altro a cui aggrapparsi. La scenografia evoca atmosfere anni Cinquanta, come i concerti rock del tempo. E io sono a metà fra Amy Winehouse e una donna del secondo dopoguerra. Ci sono le musiche di Arturo Annechino che hanno una potenza sconvolgente: ogni sera mi aiutano a entrare in una specie di trance». La grande attenzione mediatica che sta sensibilizzando sempre più sulla violenza sulle donne, da sola non basta. «Se non si interviene anche con i fatti, è impossibile. Dovremmo cercare di educare le madri di questi ragazzi, che già da giovanissimi manifestano una serie di problemi che sono delle patologie e andrebbero curate».
E casualmente anche al cinema Sabrina Impacciatore incarnerà una vicenda con qualche tratto simile a questa: tre donne che decidono di sbarazzarsi dei propri uomini. Amiche da morire sarà in sala da marzo, e al suo fianco ci saranno Claudia Gerini e Cristiana Capotondi. «È una commedia noir, un po’ tarantiniana, molto innovativa per l’Italia, si ride tantissimo. Ma se uccide il suo uomo in ogni spettacolo… dobbiamo avere paura? «In effetti in questo momento l’arte sembra suggerirmi questo percorso, ma io non ci penso nemmeno a metterlo in pratica, amo troppo gli uomini!».