I Medici, in 50 minuti

the medici dinasty showCorriere Fiorentino, 12 aprile 2015

“Firenze? Florence, Italy? Wooow!”. Un’espressione affascinata e quasi incredula illuminava, tempo fa, il volto di una spedizioniera di Glasgow, intenta a preparare un pacchetto troppo pesante per i canoni di Ryan-Air. È poi capitato altre volte, in vari paesi, come sa chiunque viaggi per piacere o lavoro oltre i nostri confini. E basta provare a passare dal Duomo in questi giorni per essere travolti da una Babele di innamorati delle nostre architetture. Da qui è nata l’idea di offrire a questi pellegrini dell’Arte un viaggio nel tempo, per raccontare come nacquero quelle opere che oggi ammirano in mezzo mondo: dal David di Michelangelo alla Cupola del Brunelleschi, dalla Venere di Botticelli allo Spedale degli Innocenti. A pensarci è stato Giuseppe Arone, un passato da organizzatore alla Biennale di Venezia, che un anno fa mi propose di scrivere il testo per questo progetto. È nato così, con un continuo ping-pong di idee e suggerimenti, The Medici Dynasty Show, che andrà in scena, in inglese, a partire dal 29 aprile (dal martedì al sabato, ore 19.00, per info: www.medicidynasty.com) nella Biblioteca di San Giovannino dei Padri Scolopi, in piazza San Lorenzo. Un complesso che sorgendo proprio difronte alla “Chiesa di Famiglia” dei Medici, con le sue arcinote Cappelle, è forse il palcoscenico ideale per raccontare quei trecento anni di storia.

Medici Dynasty si apre a Palazzo Pitti, nel 1737, quando questa parabola si sta per concludere. Rimasti senza eredi, i Medici si apprestano a passare il potere ai Lorena. In scena, l’ultimo Gran Duca, Gian Gastone, ormai prossimo alla sua fine, e sua sorella, Anna Maria Luisa, l’Elettrice Palatina. Due fratelli che nell’immaginario collettivo incarnano estremi opposti della storia medicea: lo scandaloso Gran Duca, che portò ai minimi storici la reputazione della famiglia, e la salvatrice dell’eredità di Firenze. Di lui si ricordano le stravaganze e gli innumerevoli amanti. Si parla addirittura di trecento “ruspanti”, ragazzini che avrebbero affollato le stanze di Palazzo Pitti per soddisfare le sue voglie in cambio di pochi ruspi, le monete del tempo. E si raccontano mille altre scene poco edificanti, come quella lunga permanenza a letto dove pare addirittura che Gian Gastone facesse i suoi bisogni. Ma è certo che le reali particolarità del Gran Duca furono esasperate per soddisfare i Lorena, questi nuovi arrivati che avevano tutto l’interesse di screditare i propri predecessori.

Di Anna Maria Luisa, vedova dell’Elettore Giovanni Gugliemo del Palatinato, si ricorda invece quel gesto illuminato che ha salvato il patrimonio artistico di Firenze. “Questa gente affamata”, come l’Elettrice definiva i Lorena nelle sue lettere, avrebbe potuto vendere tutto, cancellando secoli di storia. Maria Luisa seppe siglare un atto innovativo, noto come “Patto di Famiglia”, per trasmettere ai Lorena “tutti i Mobili, Effetti e Rarità […] come Gallerie, Quadri, Statue, Biblioteche, Gioie […]”, con quella clausola che fa ancora oggi la fortuna della nostra città: “che non ne sarà nulla trasportato, o levato fuori della Capitale, e dello Stato del Gran Ducato”. Non bastò. Tutto quel che non veniva citato espressamente nell’elenco fu battuto all’asta dai nuovi arrivati: dalla preziosa collezione di armi a tutta la biancheria, dalle posate ai piatti pregiati delle cucine medicee. Fino a molti gioielli, teoricamente tutelati dal Patto, che quindi furono recuperati nel corso del Novecento.

Dal dialogo fra i due fratelli, si aprono molti flash-back per tornare al glorioso passato della famiglia. Dalla Congiura dei Pazzi alle regine di Francia, Caterina e Maria dei Medici. Con un occhio di riguardo per gli artisti: c’è Brunelleschi, che, secondo il Vasari, fu preso per pazzo quando espose il suo innovativo progetto per la Cupola e che per i Signori realizzò la Sagrestia Vecchia delle Cappelle Medicee. Non poteva mancare Botticelli, legatissimo ai Medici, che gli commissionarono sicuramente la Primavera e probabilmente anche la Nascita di Venere. Ma soprattutto c’è Michelangelo, che nonostante il suo continuo passare dai Medici ai repubblicani, mantenne sempre i migliori incarichi da entrambe le parti. Con il David esaltò forse la sfida della Repubblica nei confronti dei signori, al tempo esiliati. Ma qualche anno più avanti non disdegnò di renderli immortali con la Sagrestia Nuova delle Cappelle Medicee.

Storie che per raccontarle non basterebbero 24 ore. In cinquanta minuti, The Medici Dynasty Show prova ad evocarle, grazie anche alle innovative tecnologie video realizzate da The Fake Factory e alla colonna sonora curata dal grande esperto di musica antica Federico Maria Sardelli. Firma la regia Fulvio Cauteruccio, noto anche per i suoi tanti lavori da attore, e in scena si alternano vari cast di interpreti. Aprono le danze Riccardo Bono, che ha lavorato con registi come Massai e Bogdanov, e Carolina Gamini, cresciuta in Inghilterra e formatasi alla Guildhall, che ha seguito anche la traduzione e l’adattamento del testo. In tempi di crisi, Giuseppe Arone prova a svincolarsi dalle normali dinamiche del teatro italiano. Sempre affiancato da Cristiano Brizzi, esperto di turismo, si è lanciato in una scommessa inedita per mettere insieme passato e presente della nostra città. Col sogno di valorizzare quel che in tutto il mondo lascia a bocca aperta chiunque senta parlare di Florence, Italy.

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