Al festival una giovane proposta dello Stabile della Toscana – di Paolo Petroni
(ANSA) – SPOLETO (PERUGIA), 5 LUG – Una scenografia di Lorenzo Banci tutta fatta con pacchi di vecchi giornali, non solo a indicare la professione del protagonista Paolo, che vuol fare il giornalista, ma a far simbolicamente da fondamenta, con le notizie e cronache che contengono, ai tempi particolari che questi vive con la sua compagna Paola in «Fumo blu» di Gherardo Vitali Rosati, con la regia di Andrea Paciotto portata al La Mama Spoleto Open dal Teatro Metastasio Stabile della Toscana.
Si va dall’uccisione di Aldo Moro e si arriva all’incidente della Concordia all’Isola del Giglio, con la nave che va sugli scogli e si piega, bella metafora di questo paese piegato dalla crisi. I due sono precari in senso diventato esistenziale per come si ritrovano a vivere il quotidiano, Trentenni, lui cerca di fare il giornalista sfruttato per pezzi che gli vengono pagati 10 euro, con alle spalle una madre ingombrante e celebre per lo scoop di essere arrivata prima alla Renault rossa di Moro; lei, che vorrebbe potersi permettere di fare un figlio, ha lasciato una possibile carriera di ballerina per prendere un posto d’insegnante. Con tante rinunce alle spalle, una vita tutta di corsa e senza soddisfazioni, sono delusi e rancorosi, non trovano mai il tempo di parlarsi, anche su cose minime, specie con Paolo che corre da una parte all’altra ed è chiuso nel mondo dei propri impegni e problemi.
Così i due intervengono alternativamente monologando, ognuno raccontando la sua visione delle cose e parlando con se stesso, e quando riescono a incontrarsi il loro abbraccio ha qualcosa di disperato, è quello di due solitudini bisognose. Un testo ben costruito, in cui i discorsi dei due sono ricchi di rimandi e si completano, tra tenerezze e sfuriate, leggerezze e riflessioni, sino al giorno in cui riescono a prendersi una vacanza e finiscono proprio davanti al luogo in cui quella sera avviene la tragedia della Costa Concordia e forse per Paolo è l’occasione dello scoop, anche se il finale resta aperto, come se lui potesse anche lasciar perdere per ricostruire invece con lei la loro storia. A questi due giovani d’oggi, normali, insoddifatti, impotenti pur con un desiderio di vivere e riuscire danno bella vita e una coinvolgente verità Daniele Bonaiuti e Silvia Frasson, sostenuti da una regia ricca di ritmo e piccole sorprese. (ANSA).