Lavia è l’uomo dal fiore in bocca alla Pergola – intervista

Domenica 23 Ottobre 2016, Corriere Fiorentino

La settimana scorsa inaugurava la prima stagione del restaurato Teatro Niccolini. Ora, dopo dieci giorni di repliche, L’uomo dal fiore in bocca si trasferisce alla Pergola (oggi, alle 15.45, ultima recita al teatro di via Ricasoli, poi alla Pergola dal 29 ottobre al 4 novembre). «La scenografia era stata progettata per un teatro più grande — dice Gabriele Lavia, regista e interprete dello spettacolo — adesso la vedremo su un palco più adeguato. Ovviamente mi dispiace per Massimo (Ranieri, n.d.r. ) che si è fatto male».

La Pergola doveva infatti ospitare Teatro del Porto, il nuovo spettacolo di Maurizio Scaparro con il cantante e attore napoletano, che è stato spostato a maggio per via di un piccolo incidente (gli abbonati che l’avevano scelto possono aspettare la primavera o sostituirlo con L’uomo dal fiore in bocca ). «Avevamo scelto il Niccolini per far sapere a tutti della sua riapertura. Lo spettacolo è andato bene, anche se credo che il teatro necessiti di qualche piccola modifica tecnica. È piccolino e molto bello, particolarmente adatto per spettacoli intimi. Io per mia natura amo fare lavori grandi…».

Per L’uomo dal fiore in bocca ha ricreato una grande sala di attesa ferroviaria. Lo scenografo Alessandro Camera ha progettato una struttura portante alta nove metri, interamente in legno di pioppo, e un pavimento costituito da 92 tasselli di abete. Tutto realizzato dai laboratori di scenografia della Pergola, per questa produzione che vede insieme il teatro della Toscana e lo Stabile di Genova. «Ho voluto una scenografia simbolica e quindi estremante realistica una stazione ferroviaria che rappresenta lo stazionare dell’uomo nella sua vita» prosegue. In scena, dunque, lo stesso Lavia insieme a Michele Demaria e Barbara Alesse che daranno vita non solo al celebre atto unico, ma anche a varie novelle del Premio Nobel. Di qui il titolo: L’uomo dal fiore in bocca… e non solo . «Hanno tutte come tema la morte e la donna: due figure che per Pirandello non possono essere disgiunte, entrambe possono essere fatali per l’uomo. Ma non bisogna pensare che questo sia trattato con malinconia: sono novelle fortemente ironiche. Pirandello si nutre sempre del sentimento del contrario, e riesce a contaminare la tragedia con la comicità». Intanto Lavia già sogna il prossimo Pirandello: I Giganti della montagna , da presentare il 27 giugno, per i 150 anni della nascita dell’autore. Non solo: vorrebbe anche portare in scena tutta la sua trilogia pirandelliana: Sei Personaggi , Uomo dal fiore in bocca e Giganti . «È un progetto gigantesco, ma la compagnia è sempre la stessa, quindi in fondo è già più semplice da realizzare».

Gherardo Vitali Rosati

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