Trainspotting a teatro: un ottimo gioco di squadra – recensione

trainspottingMartedì 1 Novembre 2016, Corriere Fiorentino

A vent’anni esatti dal film di Danny Boyle, «Trainspotting» torna in teatro. Il regista Sandro Mabellini ha presentato al festival Intercity (conclusosi domenica) uno spettacolo forte e ritmato, che ci tiene incollati al palcoscenico solo con parole, sguardi e silenzi. Tutto nasce dal controverso romanzo del 1993 di Irvine Welsh (1993), che raccontava in prima persona storie di tossicodipendenza, sesso e violenza nei bassifondi scozzesi. La versione scenica del drammaturgo libano-canadese Wajdi Mouawad (ben tradotta, per la prima volta, da Nerina Cocchi ed Emanuele Aldrovandi, e adattata dagli attori) mantiene lo stesso andamento: quattro personaggi che si raccontano, con una forte prevalenza della narrazione rispetto al dialogo. Non è un gioco semplice per gli attori, sempre in scena, ma Marco Bellocchio, Michele Di Giacomo, Riccardo Festa e Valentina Cardinali sanno restituire la crudezza del testo con un ottimo gioco di squadra.

Gherardo Vitali Rosati

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