Domenica 13 Novembre 2016, Corriere Fiorentino
Un piccante week-end a quattro, diabolicamente organizzato da un marito tradito. È questo il cuore de L’Anatra all’arancia , la commedia che Luca Barbareschi porterà in scena, in prima nazionale, alla Pergola (18-27 novembre: feriali ore 20:45, festivi ore 15:45; riposo lunedì 21, replica sospesa mercoledì 23). Messo in scena dallo stesso Barbareschi, lo spettacolo è coprodotto col suo Teatro Eliseo (di cui è proprietario e direttore artistico) col Teatro della Toscana. E anche la traduzione e l’adattamento è opera sua: «L’ho affrontato come fosse un’opera di Pinter — spiega — cercando di scavare in ogni parola, in ognuno dei personaggi».
Il testo nasce dalla penna dello scozzese Williams Douglas Home (The Secretary Bird , 1967), e passa dall’adattamento francese di Marc-Gilbert Sauvajon (Le canard à l’orange , 1971), da cui sono scaturite varie edizioni teatrali, fra cui quella di Alberto Lionello, nonché il film del 1975 con Ugo Tognazzi e Monica Vitti. «È un’opera divertentissima ma anche di grande saggezza: nei primi giorni di prova l’abbiamo fatto come un fosse un dramma. Il pericolo della commedia è che a volte cerchi di voler far ridere, invece nella vita la gente purtroppo risulta comica quando cerca di essere seria». I due protagonisti sono una coppia stanca: dopo quindici anni di matrimonio vanno avanti accettando tradimenti reciproci, finché lei non s’innamora di un altro. «Questa commedia è come una partita a scacchi: lui è un tattico geniale e imbastirà una grande partita per recuperare la moglie». Lei è Chiara Noschese, già regista del precedente spettacolo di Barbareschi (Cercando segnali d’amore nell’universo ): «Ho voluto che il suo personaggio fosse bipolare, come tante donne ricche che hanno tutto e che un momento sono Anna Karenina, poi diventano un po’ Irène Nemirovsky, e quando s’innamorano Anaïs Nin. Ne ho conosciute molte, a partire da mia madre: hanno varie maschere ma sono personaggi tragici». L’amante sarà invece Gianluca Gobbi. «Nel film i ruoli sono rovesciati: il protagonista è Ugo Tognazzi, che non è un bell’uomo, mentre il suo rivale è un meraviglioso John Richardson. Io invece penso di essere uomo affascinante e ho scelto per antagonista questo attore strepitoso che è un po’ un Falstaff naturale, un grande orsacchiotto. Ho pensato che una donna che sta con me si innamora di uno diverso, che magari la blandisce». Completa il quartetto la segretaria del protagonista: Margherita Laterza. «Una ragazza di una bellezza strepitosa a cui ho affidato il ruolo di una coatta». Ci sarebbe poi una cameriera che Barbareschi ha trasformato in un anziano: Ernesto Mahieux. «Diventa l’anima, un po’ cechoviana dello spettacolo, in realtà è il deus ex machina di quello che accade».
Gherardo Vitali Rosati
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