Giovedì 30 Marzo 2017, Corriere Fiorentino
Travolgente, carismatica, a tratti fa quasi paura. Julie Moulier in Francia ha lavorato anche con John Malkovich, ma alla Tenuta dello Scompiglio di Lucca l’avranno vista in quindici persone. Portava in scena «Il n’y a pas de certitude», sorprendendoci con un testo denso di parole e di immagini condensate a ritmo accelerato. Scritto da Barbara Métais-Chastanier, drammaturga e docente universitaria, parte dal personaggio di Clitemnestra per riportarla ai nostri giorni: ha cinquant’anni, e soffre per la sua gioventù che si allontana. Un turbine di parole dove è impossibile non perdersi, che crea immagini potenti, come un sofferto ma anche ironico incontro madre-figlia. Con la regia incisiva di Keti Irubetagoyena, Moulier inizia snocciolando il testo al microfono, fra velocità inaudite e picchi di virtuosismo, ma poi si sposta e si trasforma, fino a un finale intimo e doloroso.
Gherardo Vitali Rosati
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