Martedì 17 ottobre 2017, Corriere Fiorentino
Quando, il primo ottobre, ha compiuto ottant’anni, lo hanno chiamato anche Angela Merkel e Frank-Walter Steinmeier, il presidente della Repubblica Federale Tedesca. Ma Peter Stein – che con i suoi spettacoli continua a girare per città come Salisburgo, Mosca, Parigi e New York – ormai ha scelto l’Italia. “Vivo e morirò qui, ho portato persino tutta la mia libreria a San Pancrazio!”. Dice, riferendosi alla splendida tenuta umbra dove vive con la moglie, Maddalena Crippa. Terminati da poco i festeggiamenti romani, dove ha interpretato un melologo su Faust – “mi sono veramente commosso, più che con le telefonate dei politici”, commenta – ora anche Prato gli dedica due giorni di onorificenze. Prima la proiezione del documentario Le maratone di Peter, alle Manifatture Digitali Cinema (venerdì, ore 21), poi il conferimento del Gigliato d’oro, da parte del Comune (sabato, 11:30, nel Salone Consiliare), infine il debutto toscano del suo nuovo spettacolo, prodotto dal Metastasio e già presentato all’Arena di Verona, il Richard II di Shakespeare, dal 21 al 29 ottobre (feriali ore 20.45, sabato ore 19.30, domenica ore 16.30; lunedì riposo). Scritto nel 1595, ci riporta alla fine del Trecento, e ripercorre la storia di Riccardo, destituito per volere di suo cugino, Enrico di Bolingbroke, che poi prese il suo posto col titolo di Enrico IV.
Nei panni del protagonista la stessa Crippa, in abiti maschili. “Volevo una donna, un’attrice forte, capace di combinare aspetti maschili e femminili. L’idea mi era venuta quindici anni fa, quando dirigevo il festival di Salisburgo: avevo programmato il Riccardo II di Deborah Warner, con Fiona Shaw nel ruolo del titolo. La scelta è motivata dal personaggio: Richard II è molto diverso dagli altri potenti shakespeariani. Se in genere troviamo abili politici e fini calcolatori, qui c’è un uomo impulsivo, sempre in cerca di nuove esperienze, anche con qualche elemento di bisessualità”. Per interpretarlo, la Crippa usa tutta la sua tecnica: “non cerco qualcosa di estroso o di femminile – dice l’attrice – ma voglio capire i percorsi interiori di questo giovane re che si sente sicuro e unto del signore, fa il bello e il cattivo tempo, e poi inizia una discesa che lo porta a non avere più niente. È un uomo che cresce e raggiunge una certa saggezza, riuscendo a capire molto della vita e dei suoi problemi”. Al suo fianco, fra attori più che rodati come Paolo Graziosi, Graziano Piazza e Alessandro Aevrone, anche alcuni ex allievi del laboratorio che Stein ha tenuto l’anno scorso al Fabbricone. “Hanno avuto molte difficoltà con la retorica del testo, ma poi siamo riusciti a superarle, e sono diventati l’ossatura di un cast veramente forte”.