Martedì 19 febbraio 2019, Corriere Fiorentino.
Nell’ambiente lo chiamavano semplicemente “il critico di Firenze”, visto che per oltre trent’anni aveva seguito il teatro per le pagine de La Nazione. Ora, a quasi vent’anni dalla morte di Paolo Emilio Poesio (avvenuta nel dicembre del 2000), la Pergola ha ricevuto dagli eredi tutto il suo materiale dedicato al teatro. “Era il luogo più adatto, è stato naturale portarlo lì”, dice Gianfranco Morandi, compagno del figlio del critico, Gianandrea, purtroppo anche lui prematuramente scomparso nel 2017. “La Pergola era il suo teatro, lì aveva il suo palco personale, il numero 10 del secondo ordine, e nel suo studio aveva poi tenuto la copia incorniciata della chiave del palchetto”. Che ora tornerà alla Pergola. L’idea infatti è di “ricostruire il suo studio così come appariva negli ultimi anni della sua vita”, come spiega Adela Gjata, del Centro Studi del Teatro della Toscana. Per questo nella donazione – che è stata formalizzata proprio in questi giorni – “ci sono anche le sue librerie, la sua scrivania e persino le sue poltrone”.
Al centro del fondo, ovviamente, la preziosa biblioteca del critico: circa seimila volumi dedicati al teatro e alla sua storia. “Conosceva tutti – dice Morandi – era amico di personaggi come Franco Zeffirelli, Romolo Valli, Giorgio De Lullo”. Fra i suoi libri, dunque, ce ne sono moltissimi con dediche autografe degli autori, da Dario Fo a molti altri, e non manca il suo archivio con lettere, telegrammi e diari. “Scriveva, fra gli altri, a Giorgio Strehler, Paolo Grassi, Jean-Louis Barrault, e in casa sua – nella zona di Viale Volta – c’erano passati un po’ tutti”. Nelle casse giunte alla Pergola ci sono anche molti 45 giri: alcuni sono di Vittorio Gassman, che legge l’Amleto, l’Adelchi, e un “elogio olimpico”, ma c’è poi Ruggero Ruggeri con un’antologia di poeti (da Lorenzo il Magnifico a Carducci), e anche Louis Jouvet, Emma Gramatica, Eduardo De Filippo. Ci sono poi i periodici, oltre 600, e una collezione di locandine, foto e manifesti. Ma Poesio fu anche poeta, soprattutto in giovane età, e nel fondo ci sono anche le pubblicazioni dei suoi scritti. Una volta che la sistemazione sarà completa, tutto il materiale sarà messo a disposizione del pubblico che potrà consultarlo in sede, previa appuntamento, come già avviene per i fondi di Orazio Costa, Arnoldo Foà e per tutti gli altri testi della biblioteca (il catalogo è disponibile online sul sito del teatro e nei cataloghi integrati Sdiaf e Sbn). La donazione aprirà nuove opportunità per studenti, studiosi e appassionati di teatro che potranno trovare fonti di prima mano su una fetta importante della nostra Storia del Teatro. Ne sarebbe stato contento, il critico di Firenze.
Gherardo Vitali Rosati
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